martedì 26 aprile 2016

I prematuri sono a elevato rischio di eventi avversi da anestesia o da sedazione

I nati prematuri che sono stati sedati o anestetizzati per procedure al di fuori della sala operatoria, come la risonanza magnetica, il test dei potenziali uditivi evocati dal tronco encefalico (Baep) e l'endoscopia delle vie aeree superiori, hanno un rischio quasi del 50% in più rispetto ai nati a termine di riscontrare eventi avversi, anche in età adulta. È questo l’argomento di studio di Jeana Havidich del Dartmouth Institute di Lebanon, New Hampshire, che assieme ai colleghi ha pubblicato un articolo di riferimento su Pediatrics. I ricercatori hanno studiato un gruppo di 57 227 bambini dalla
nascita all'età di 22 anni, partecipanti al Pediatric Sedation Research Consortium, una rete di raccolta dati su sicurezza ed efficacia dell'anestesia in pediatria e hanno ipotizzato che i nati prematuri avessero un più alto tasso di eventi avversi e che questo tasso sarebbe diminuito con la crescita. “Durante questi esami gli eventi avversi più frequenti sono stati l'ostruzione delle vie respiratorie, la tosse, il russamento e la desaturazione ossiemoglobinica”, aggiungendo che dopo aggiustamento per età e sesso, i prematuri avevano un rischio di eventi avversi aumentato del 93% rispetto ai nati a termine. Havidich sottolinea quindi l’importanza di comunicare la cosa agli specialisti: “data la varietà di specialisti che possono somministrare farmaci per anestesia e sedazione, tra cui i pediatri intensivisti e anestesisti nonché i medici dell'emergenza pediatrica, questi dati suggeriscono che l'età e un'eventuale storia di prematurità dovrebbero essere considerate durante l'attuazione di un piano di anestesia o di sedazione”.
Ronald Litman, del Dipartimento di Anestesia al Children's Hospital of Philadelphia, commenta la notizia: “a questi nuovi ma non sorprendenti risultati, secondo cui i prematuri hanno un rischio maggiore di complicanze relative alla sedazione presente anche in futuro a tutte le età, dovrebbe seguire una rivalutazione globale della gestione del rischio anestesiologico in questa sottopopolazione”.

Pediatrics. 2016. doi: 10.1542/peds.2015-0463

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26917674

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