martedì 15 dicembre 2015

Italia: la nazione con più alto tasso di parti cesarei


I medici del Women Hospital di Boston, guidati da Alex Haynes hanno condotto uno studio che esamina il tasso annuo di cesarei in 54 paesi del mondo. Lo studio pubblicato su Jama, sottolinea il rapporto tra cesareo, mortalità materno infantile e salute del neonato.
I dati raccolti hanno portato alla scoperta che i cesarei sono stati 22,9 milioni con un tasso del 19,4 per 100 nati vivi, indicando che la percentuale di cesarei ottimale in relazione alla mortalità materna e neonatale è di circa 19 cesarei ogni 100 nati vivi, precisando che i tassi più elevati non si associano a un aumento di mortalità materna o neonatale a livello di singolo stato.
L'Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di non superare percentuali di 10-15 parti chirurgici ogni 100 nati vivi.
I risultati, invece, sottolineano la necessità di una rivalutazione dei tassi di cesareo da parte della
comunità ostetrica internazionale. Non è il tasso di cesarei che conta davvero, sono le procedure che devono essere parte di un sistema in grado di offrire le migliori cure possibili a madre e bambino dopo il parto chirurgico, ad essere rilevanti.
L’Università inglese di Aberdeen, Regno Unito ha condotto uno studio, diretto da Mairead Black, e ha esaminato la relazione tra cesareo programmato e salute del neonato.
Lo studio sottolinea che tra i nati da cesareo diminuiscono le probabilità di buona salute nell'infanzia. Confrontando i nati da cesarei programmati con quelli nati da cesarei non programmati o per via vaginale i ricercatori hanno scoperto che a 5 anni di età tra i nati da cesareo non programmato (17%) e quelli nati cesareo programmato (3,8%) non c'erano differenze nello sviluppo di malattie tra cui asma, obesità, malattie infiammatorie intestinali e cancro. Piccole differenze sono state osservate tra nati con parto vaginale (79%) e i nati da cesareo pianificato con un lieve aumento dell'asma nel secondo gruppo. È stato inoltre precisato che il rischio di parto cesareo è basso e non giustifica la scelta del parto vaginale in presenza di una reale indicazione al parto chirurgico, anche se il rapporto sull’evento nascita in Italia, realizzato dal Ministro della Salute, evidenzia che in Italia è stato riscontato un ricorso eccessivo al parto chirurgico. Infatti in Italia la percentuale di parti cesari è 35,5%, con notevoli differenze regionali.

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