martedì 15 dicembre 2015

Anziane con osteoporosi

l’efficacia dell’Acido zoledronico

Quasi due milioni di anziani fragili vivono in casa di riposo e molti soffrono di osteoporosi con un'alta frequenza di fratture Il Juma Journal pubblica lo studio condotto dall’ Università di Pittsburgh osservando che nei pazienti fragili una frattura d'anca può portare a diminuzione della mobilità, perdita dell'autosufficienza e spesso anche alla morte. La risposta all’osteoporosi è stata trovata con la somministrazione di una singola dose endovena di acido zoledronico. Una sola dose riesce a
migliorare la densità minerale ossea in un gruppo di donne anziane fragili residenti in strutture di accoglienza a lungo termine.
Una delle terapie di scelta per l'osteoporosi sono i bisfosfonati, e si è verificato sia l'efficacia sia la sicurezza dell'acido zoledronico in una casistica di anziane fragili ricoverate in casa di riposo o in istituti geriatrici. Si è scelto il bisfosfonato perché può essere somministrato endovena in singola dose con effetto prolungato.

Lo studio che è stato condotto ha considerato un campione di 181 donne di 65 anni o più con osteoporosi e comorbilità multiple che vivevano in residenze per anziani e strutture di assistenza a lungo termine.
Tra le partecipanti, 89 hanno ricevuto una singola dose di 5 mg di acido zoledronico, mentre alle restanti 92 è stato somministrato un placebo. Tutte, invece, sono state trattate giornalmente con calcio e vitamina D.
Nel corso dello studio è stata misurata la densità minerale ossea a livello dell'anca e della colonna a 12 e 24 mesi. Si è tenuto conto anche degli eventi avversi.

I risultati dello studio dimostrano che la densità minerale ossea media dell'anca è aumentata nel gruppo trattato rispetto a quello a cui era stato somministrato il placebo sia a 12 mesi (+2,8% contro -0,5%), sia a 24 mesi (+2,6% contro -1,5%). Si sono ottenuti risultati analoghi nell’analisi la densità minerale ossea media della colonna a 12 mesi (3% contro 1,1%) e a 24 mesi (4,5% contro 0,7%).
Nessuna differenza, invece, è stata riscontrata nel tasso globale di eventi avversi né per quanto riguarda la mortalità, il rischio fratturativo o la frequenza di disturbi cardiaci.

La conclusione è chiara, una singola infusione di acido zoledronico nelle anziane fragili, anche con autosufficienza scarsa e deficit cognitivo, migliora la densità dell'osso e riduce il turnover osseo per almeno due anni. Con questo studio si è quindi dimostrato l’efficacia dell’acido zoledronico, uno dei bisfosfonati più potenti contro l'osteoporosi.

Dato il basso numero di soggetti indagato è ancora prematuro usare questi dati per modificare l'uso dei farmaci attivi senza prima svolgere ulteriori ampi studi clinici.
Solo dopo ulteriori indagini si potrà determinare una strategia combinata di prevenzione, migliorando quindi il turnover osseo e producendo benefici aggiuntivi nelle popolazioni ad alto rischio, come le anziane fragili in casa di riposo.

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