venerdì 19 ottobre 2018

Rischio di cancro invasivo al seno o all’utero, non aumentano con la riproduzione assistita

Secondo un recente studio britannico, le donne che ricorrono a tecniche di riproduzione assistita, quali la fecondazione in vitro (FIV), non presentano un rischio aumentato di cancro invasivo al seno o all'utero. I ricercatori, tra cui prima autrice Carrie Williams, UCL Great Ormond Street Institute of Child Health, Londra, spiegano che “le ripetute esposizioni ad alti livelli di ormoni tra cui estradiolo e gonadotropine esogene, nonché i prelievi ovarici previsti dalla riproduzione assistita sollevano preoccupazioni su
possibili effetti cancerogeni” e che gli studi finora svolti in merito, sulla frequenza dei tumori di mammella, endometrio e ovaio, hanno dato risultati contrastanti.
Per questo studio di coorte, pubblicato su BMJ, sono stati analizzati i dati di 255.768 donne trattate con la riproduzione assistita tra il 1991 e il 2010 in Gran Bretagna, per poi incrociarli con i registri nazionali dei tumori e “confrontare con i tassi attesi nella popolazione generale, la prevalenza di neoplasie nei soggetti sottoposti a trattamenti di riproduzione assistita”. La coorte oggetto di studio è stata seguita in media per quasi 9 anni e fino ad un massimo di 19, ovvero tutta la durata dello studio. I risultati hanno mostrato l'assenza di aumenti significativi del rischio di cancro sia uterino (164 tumori osservati contro i 146,9 attesi) sia mammario (2578 osservati contro i 2641 attesi) mentre, al contrario, un eccesso di rischio, anche se non elevato, di carcinoma mammario in situ (291 osservati contro i 253 attesi) è emerso nei rari casi di donne sottoposte ad almeno cinque cicli di trattamento. Williams spiega che “risulta aumentata anche l'incidenza del carcinoma ovarico, ma solo nelle donne con noti fattori di rischio per endometriosi, bassa parità o entrambi”.
In relazione ai dati, l’autrice conclude spiegando che “spesso le donne poste in riproduzione assistita differiscono dalla popolazione generale nella parità, nell'età al primo parto e alla menopausa nonché nella possibile presenza di endometriosi. Tuttavia, ulteriori informazioni su questi e su altri fattori tra cui lo stato socioeconomico, l'uso di contraccettivi orali, l'indice di massa corporea e l'allattamento al seno sarebbero oltremodo utili.”

BMJ 2018;362:k2644

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