mercoledì 26 ottobre 2011

Vissuti psicologici e sessuologici della coppia sterile

Diventare genitori è un momento importante nel processo evolutivo dell’uomo; nell’uomo o nella donna sterili sembra quindi mancare una possibilità evolutiva, e tale mancanza può destabilizzare l’equilibrio psicologico.


Diventare genitori è un momento importante nel processo evolutivo dell’uomo, in quanto il bambino immaginario è presente fin dall’infanzia nel mondo rappresentazionale e psicologico; nell’uomo o nella donna sterili sembra quindi mancare una possibilità evolutiva, e tale mancanza può in qualche modo destabilizzare l’equilibrio psicologico. Mente e corpo non possono essere scissi, ma integrati affinché la salute, così come descritta dall’OMS, sia davvero uno stato di completo benessere fisico, psicologico e sociale. Quando una coppia inizia il progetto coniugale, spesso i partner presuppongono che le rispettive capacità procreative siano adeguate; di solito l’“impiego” di queste capacità viene rimandato ad altri momenti, ad esempio ad una fase di maggiore stabilità economica o dopo aver vissuto insieme per un periodo prolungato.
La possibilità che invece le capacità procreative non siano per qualche motivo adeguate spesso non viene minimamente contemplata, e proprio sulla scia di tale atteggiamento i fallimenti negli iniziali tentativi di concepimento generalmente vengono ricondotti a fattori transitori, come ad esempio a qualcosa che non è andato bene durante il rapporto, all’aver scelto un momento sbagliato rispetto al periodo ovulatorio, ecc. I ripetuti fallimenti rendono però la
situazione ambigua e pertanto frustrante, in quanto la coppia si rende conto che qualcosa non va, ma d’altro canto i partner non hanno ancora la certezza che non potranno concepire nemmeno in futuro, pertanto cresce l’esigenza di una visita specialistica.
La diagnosi di sterilità arriva, procura forti emozioni ed ha quindi un impatto notevole sulla qualità della vita, sulla relazione tra i partners e sulla loro funzionalità sessuale.
L’identità di coppia subisce una forte crisi da cui deriva un’esperienza molto dolorosa, che può sia separare definitivamente i coniugi, sia unirli ancora di più. In generale, in questo stadio entrano in gioco fattori come la forza della coppia, la certezza che hanno l’uno dell’altra, le ragioni per cui si sono scelti, il loro amore, ed è proprio per questo motivo che questo intreccio complicato di bisogni legati al presente e al passato non sempre viene portato alla luce, alimentando così la sofferenza psicologica; la potenziale distruttività della coppia dipende quindi dal modo con cui marito e moglie vivono l’infertilità. Molte persone che si rivolgono a centri di procreazione assistita ritengono che tali tecniche permettano a tutti di avere un figlio, qualunque sia il problema che non permette il concepimento; questo li porta ad avere aspettative eccessivamente elevate che, se non ridimensionate, possono essere causa di crisi intense nel momento in cui si scontrano con una realtà che è diversa da quella attesa.
Le reazioni psicologiche alla diagnosi di infertilità/sterilità possono influenzare lo stato d’animo dei coniugi e possono turbare i rapporti tra di loro, l’esperienza dell’infertilità/sterilità presenta, infatti, numerosi risvolti psicosociali e sessuali che possono interferire in modo significativo sia a livello del benessere personale che della relazione di coppia. Le reazioni più comuni sono la sorpresa, la depressione, il lutto e il senso di perdita, mentre prevalgono emozioni come la rabbia, l’ostilità verso se stessi o verso il coniuge e i parenti, il senso di colpa e l’ansia. A livello di relazione di coppia, la diagnosi di infertilità può dunque portare i partners a sentirsi “difettosi” o colpevoli, non conformi alla norma sociale cui vorrebbero poter aderire. Un altro aspetto che merita attenzione è l’influenza esercitata da una terapia di procreazione medicalmente assistita sulla vita sessuale della coppia. Infatti, oltre alla diagnosi di infertilità, i trattamenti di riproduzione assistita ed il loro possibile fallimento rappresentano un’esperienza di stress che disturba il rapporto sessuale e coniugale. La durata dell’iter diagnostico, i ripetuti insuccessi terapeutici e la sensazione di essere espropriati della propria intimità sono spesso accompagnati da ansia e frustrazione, che possono sfociare in serie problematiche relazionali e sessuali. È infatti inevitabile che durante un programma di terapia per l’infertilità le coppie vengano sottoposte a ritmi dettati dai frequenti monitoraggi dell’ovulazione, dalle terapie ormonali ecc., che si sovrappongono ai loro ritmi biologici. Inoltre alle coppie viene chiesto di avere rapporti sessuali il cui risultato (in termini di concepimento) sarà oggetto di valutazione medica (fenomeno denominato “sex for doctors”). Questa situazione crea spesso un sovraccarico di emotività dovuto al tentativo di trovare una mediazione tra la propria vita sessuale abituale e i programmi medici a cui si è sottoposti. Il rapporto sessuale può infatti finalizzarsi esclusivamente al concepimento, sostituendo i ritmi del desiderio con quelli della fertilità biologica della donna e riducendo così la soddisfazione sessuale. L’esperienza di infertilità/sterilità può turbare anche i rapporti con l’entourage amicale e familiare della coppia. La coppia sterile può sentirsi diversa, non accettabile dalle altre e può temere di aver tradito le aspettative della propria famiglia di origine; spesso questi vissuti inducono la coppia ad isolarsi. Il ritiro dalla vita sociale è teso a volere evitare le occasioni che ricordano alla coppia la propria condizione di sterilità; ciò può causare stress e tensione tali da generare ulteriori disagi ed incomprensioni, innescando una spirale che spesso danneggia ulteriormente la relazione, la sfera sessuale e i rapporti con gli altri.
E allora se per salute si intende quello stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la mera assenza di malattia, e per promozione della salute si intende quel processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla (W.H.O., 1986), allora anche per il problema sterilità è necessario adottare un approccio che rimetta al centro della sua attenzione la persona e la sua sofferenza, che permetta di avvicinarsi maggiormente al significato più globale dell’esperienza di malattia all’interno della vita della persona, offrendo maggiori possibilità di coglierne e affrontarne i numerosi risvolti nella vita del paziente.

Di V. Valentino, C. Nanini, A.R. Genazzani

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