mercoledì 2 maggio 2018

Ipertensione in gravidanza, ok al monitoraggio della pressione in casa

Un recente studio apparso su Ultrasound in Obstetrics & Gynecology mostra che le donne in gravidanza che soffrono di ipertensione possono, invece che recarsi in ambulatorio o in ospedale, monitorare la propria pressione sanguigna in tutta sicurezza a casa, riducendo così l’eventuale stress derivante dallo spostamento e al contempo senza nuocere alla salute del bambino.
Asma Khalil, del St. George's University Hospitals NHS Foundation Trust, a Londra, autrice del lavoro, spiega: “È giunto il momento di utilizzare la tecnologia esistente per migliorare il modo in cui ci prendiamo cura delle donne incinte. Il monitoraggio domiciliare dell'ipertensione in gravidanza si è dimostrato molto popolare e potrebbe essere sicuro e ridurre i costi”. Per lo studio e quindi al fine di verificare se le donne potessero controllarsi senza alcun rischio e in maniera efficace, i ricercatori hanno
arruolato 108 donne in gravidanza alle quali era stata diagnosticata ipertensione senza altri problemi di salute. È stato insegnato loro come misurare e monitorare la pressione del sangue a casa utilizzando il monitor WatchBP Home: 29 donne hanno ricevuto in dotazione anche un’app per smartphone che registrava le misurazioni e inviava i dati ad un computer in ospedale, mentre le rimanenti hanno dovuto registrare manualmente i valori. Le pazienti inoltre hanno ricevuto istruzioni riguardo l’eventualità di recarsi in ospedale in base alle letture della pressione o ai potenziali sintomi di pre-eclampsia. Un gruppo di controllo era invece costituito da altre 58 donne sottoposte al normale monitoraggio presso il medico.
Le 108 donne del gruppo di studio sono state seguite per 5-9 settimane di gestazione, per poi valutarne alcuni esiti come nascita pretermine, taglio cesareo, ricovero in unità neonatale, e incidenza di complicazioni correlate all'ipertensione. Dai risultati è emerso che non è stata riscontrata alcuna differenza nell'incidenza di esiti avversi materni, fetali o neonatali tra il gruppo di pazienti che monitorava la propria pressione a casa e quello delle pazienti che si recava in ospedale; al contempo però, nel gruppo di intervento è risultato dimezzato il numero di visite medie a cui si sono sottoposte le donne. Gli autori commentano così i risultati: “Saranno necessari ulteriori studi per stabilire la sicurezza del metodo per le complicazioni rare della gravidanza e per vari aspetti della sua attuazione in diversi contesti sanitari”.

Perry, H. , Sheehan, E. , Thilaganathan, B. and Khalil, A. (2018), Home blood‐pressure monitoring in a hypertensive pregnant population. Ultrasound Obstet Gynecol, 51: 524-530. doi:10.1002/uog.19023

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...