martedì 21 gennaio 2020

Viaggi all’estero e vaccini: in gravidanza non tutti sono sicuri


Uno studio pubblicato sul Journal of Travel Medicine afferma che, sebbene in alcuni casi i dati non siano abbastanza numerosi, molti dei vaccini utili per le donne in gravidanza che devono fare un viaggio, non costituiscono un rischio per la loro sicurezza.
Come afferma Roni Nasser, del Rambam Health Care Campus di Haifa, in Israele, primo autore dello studio, “ci sono prove sufficienti per sostenere che il vaccino per l'influenza e quello per tetano, difterite e pertosse non siano associati a problemi di sicurezza nelle donne incinte, e pensiamo che probabilmente altri vaccini, come quello vivo attenuato per la febbre gialla, quello antimeningococcico, quello contro l'epatite A e quello contro l'epatite B, e quello contro la rabbia, non presentino rischi particolari, anche se le prove a riguardo sono di qualità inferiore. Vi sono poi altri vaccini, tra cui quelli contro morbillo, parotite, rosolia, tifo, poliomielite, encefalite giapponese ed encefalite da zecche, per i quali non sono disponibili dati di sicurezza in gravidanza”.
I Centers for Disease Control and Prevention statunitensi in generale raccomandano per le donne incinte i vaccini per influenza, tetano, difterite e pertosse, mentre per quando riguarda tutti gli altri vaccini consigliano di valutare il rapporto tra potenziali benefici e danni e decidere in base alle reali necessità di viaggiare.
I ricercatori proseguono spiegando che “sebbene la nostra analisi non indichi in generale la presenza di danni associati ai vaccini, dato che la maggior parte dei viaggi può essere annullata o ritardata, bisogna tenere conto della situazione nel luogo dove ci si reca”; difatti sarebbe meglio evitare viaggi in luoghi dove sono in corso epidemie di febbre gialla, ma rimandare il viaggio evitando quindi il vaccino. Se invece l’esposizione all’infezione è inevitabile ed è stata prolungata è il caso di sottoporsi al vaccino.
“Durante i periodi di emergenza di salute pubblica, quando l'esposizione a malattie con conseguenze importanti per le donne in gravidanza e i loro bambini è inevitabile, bisognerebbe utilizzare i vaccini anche se la loro sicurezza in questa particolare popolazione non è stata ancora ben chiarita”.

https://doi.org/10.1093/jtm/taz074

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