giovedì 3 ottobre 2019

Ancora calo di nascite, l’Istat certifica il record negativo

Il registro delle nascite del 2018 risulta essere in calo, con oltre 18 mila nati in meno rispetto all’anno precedente, pari al -4% (oltre 18 mila unità), come certificato dall’Istat. I nati iscritti all’anagrafe lo scorso anno sono stati 439.747, dato che si rivela essere il minimo storico dall’Unità d’Italia.
Il calo registrato quest’anno è solo la continuazione di quanto in atto dal 2008 e già dal 2015 il numero di nascite è sceso sotto il mezzo milione.
Volendo collocare geograficamente il dato statistico, il calo, anche se registrato in tutte le ripartizioni, è più accentuato al Centro (-5,1% rispetto all'anno precedente). Le cause, nel nostro Paese, sono principalmente dovute a fattori strutturali: si registra una sempre maggiore riduzione delle potenziali madri e questo è dovuto sia all'uscita dall'età riproduttiva delle generazioni molto numerose nate all'epoca del baby-boom, sia all'ingresso di contingenti meno numerosi a causa della prolungata diminuzione delle nascite osservata a partire dalla metà degli anni ‘70.

Le donne straniere hanno contribuito ad incrementare le nascite fino al 2008 ma, negli ultimi anni, anche il numero di stranieri nati in Italia ha iniziato a ridursi (nel 2018 gli stranieri nati in Italia sono stati 65.444, il 14,9% del totale dei nati). I motivi di questo calo sono da riscontrare nella diminuzione dei flussi femminili in entrata nel nostro Paese, nel progressivo invecchiamento della popolazione straniera e nell'acquisizione della cittadinanza italiana da parte di molte donne straniere. Si registra comunque che le nascite di bambini stranieri si concentrano nelle regioni dove la presenza straniera è più diffusa e radicata: nel Nord-ovest (21,0%) e nel Nord-est (20,7%); l'Emilia-Romagna ha la percentuale più alta (24,3%), mentre la Sardegna la più bassa (4,5%).


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