lunedì 15 aprile 2019

Rapporto dell'Iss sulle morti materne: la metà sono prevenibili e al Sud rischi doppi

Il primo Rapporto coordinato dall'Istituto superiore di sanità sulla sorveglianza ostetrica - Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) - presentato al Convegno La Sorveglianza Ostetrica ItOSS, “ha stimato un Rapporto di Mortalità Materna (MMR) nelle Regioni partecipanti pari a 9 morti materne per 100.000 nati vivi, un dato positivo che pone il nostro Paese vicino ai risultati raggiunti dall’Olanda e da altri Paesi del Nord Europa che, dotati di un sistema avanzato di sorveglianza simile al
nostro, registrano i tassi più bassi di mortalità materna, e in linea con Regno Unito e Francia che registrano un MMR di 10 morti ogni 100.000 nati vivi. Inoltre, nei Paesi che, come l’Italia, conducono un’indagine approfondita su ciascun nuovo caso di morte materna e sulla qualità dell’assistenza offerta, si stima che il 40%-60% delle morti sia prevenibile. Anche in Italia il 45,5% dei decessi segnalati dalla sorveglianza attiva e sottoposti a revisione critica è stato giudicato evitabile con assistenza migliorabile”, spiega Serena Donati, Direttore del Reparto Salute della donna e dell’età evolutiva dell’Iss, responsabile scientifico delle attività di Sorveglianza ostetrica.
Le principali cause della morte ostetrica sono da imputare al 70% da emorragie (sempre meno), disordini ipertensivi della gravidanza e tromboembolia; tra le cause non ostetriche invece prevalgono le patologie cardiovascolari e la sepsi, e tra i decessi tardivi (tra 43 e 365 giorni dopo la fine della gravidanza), il 42% è dovuto a neoplasie e il 16% a cause violente, di cui il 13% ascrivibile a suicidi e il 3% a omicidi.
Il ministro della Salute Giulia Grillo, a margine della presentazione del report Iss, spiega quanto sia importante valorizzare le ostetriche del territorio e quanto il post gravidanza sia vissuto in solitudine o in condizioni di rischio: “Abbiamo un tavolo che si deve incontrare a breve che può lavorare prendendo esperienze che alcune regioni hanno già messo a sistema, l'ostetrica del territorio in alcune regioni esiste. Non è un costo esorbitante e potrebbe riuscire ad evitare morti e malattie psichiatriche, come la depressione post partum non curata, che le famiglie difficilmente riescono a riconoscere. È necessario intervenire perché è un modo per tranquillizzare la donna in un esperienza come la maternità che è bellissima ma molto complicata nella società moderna”. Dal rapporto risulta che nel sud Italia la mortalità materna è doppia rispetto alla media nazionale e per questo gli sforzi andrebbero raddoppiati per colmare la differenza con il Nord.
I principali fattori di rischio individuati comprendono l’età materna oltre i 35 anni, l’istruzione pari o inferiore al diploma di scuola media inferiore e la cittadinanza non italiana. L’analisi dei singoli casi ha evidenziato inoltre che: la mortalità e la morbosità materna aumentano all’aumentare dell’Indice di massa corporea della donna (il 32,8% delle donne decedute sono obese), nell’11,3% delle morti materne le donne avevano concepito mediante tecniche di Procreazione medicalmente assistita e, negli anni 2013-2017, ItOSS ha individuato cinque morti materne dovute all’influenza ma nessuna delle donne decedute era stata vaccinata contro l’influenza durante la gravidanza.

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