martedì 20 novembre 2018

Proposta intramoenia: pagare il medico ospedaliero per rinunciare a quote di libera professione

La direttiva europea 66/03 impone massimo 48 ore di lavoro settimanali per i medici ospedalieri. Come questo viene gestito con l’intramoenia e le liste d’attesa? Le Regioni Toscana e Umbria, due eccellenze della sanità in quanto a qualità, si contrappongo indirettamente per la questione intramoenia: Enrico Rossi, governatore della Toscana, intende convertire le ore di libera professione in attività istituzionale pagandole, mentre Luca Barberini, assessore a Perugia, vorrebbe incrementare le fasce orarie ma la direttiva europea non lo permette, con rischio di sanzioni.
Barberini dice questo anche in risposta ad
una mozione di Fdi che vorrebbe rendere ecografi ed elettrocardiografi disponibili fino alle ore 24 nei giorni feriali e anche il sabato pomeriggio, come è stato fatto in Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. In Toscana Rossi aveva già attivato in primavera l’acquisto di prestazioni da medici in libera professione con il fine di ridurre le liste d'attesa nelle prestazioni chirurgiche programmate e successivamente, a giugno, aveva fatto la medesima cosa per le visite ambulatoriali di cardiologia, ginecologia, oculistica, neurologia, dermatologia, ortopedia e otorinolaringoiatria. Con lo stesso criterio a oneri zero per il cittadino, la Regione Toscana vuole acquistare altre ore pagandole come attività istituzionale al dipendente nella veste di libero professionista dove le attese sono più lunghe. In Umbria mancano risorse per assumere e nell’ultimo anno c’è stato un aumento del 3% nelle spese di prestazioni di laboratorio, radiologia e ambulatoriali, quindi andrebbero semplicemente raggiunti target di attesa migliori, scorporate le prestazioni per anziani e bambini e coinvolti gli specialisti nel valutare l'appropriatezza di ricette provenienti dai medici del territorio.
Rossi nel 2016 aveva proposto una legge nazionale per l’abolizione della libera professione intramuraria e oggi sottolinea che questa non debba andare al di là delle 48 ore settimanali massime di lavoro indicate dalla direttiva europea e che l'attività extra vada recuperata nell'ambito dell'orario settimanale esteso; al più propone l'abolizione dell’attività libero professionale extramuraria, vista in concorrenza con quella degli ospedali del servizio sanitario pubblico. Dai sindacati Carlo Palermo, segretario di Anaao Assomed, replica così a quanto detto da Rossi: “Il Presidente Rossi, peraltro in aperta contraddizione con se stesso, da un lato attacca il regionalismo differenziato e dall'altro, attraverso una proposta di legge regionale, ne vorrebbe utilizzare gli strumenti per modificare lo stato giuridico dei medici dipendenti della Toscana”. Sembrano inoltre non esserci fondi per la campagna acquisti tra i liberi professionisti, “le risorse per pagare gli straordinari, necessari per garantire i servizi essenziali ai cittadini, terminano dopo pochi mesi, né la Legge di Bilancio 2019 prevede i finanziamenti necessari per aprire una stagione di assunzioni che incida strutturalmente sulle vere cause delle liste d'attesa”. Infine le Regioni non parlano mai di incrementare l'offerta di servizi ai cittadini utilizzando ciò che viene ricavato tramite intramoenia dai medici pubblici, ovvero “oltre 300 milioni di euro annui, al netto della tassazione Irpef, una cifra ben superiore ai miseri 50 milioni annui previsti nella nuova Legge di Bilancio”.

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