venerdì 19 ottobre 2018

A Milano boom di denunce contro i medici

È stato durante un convegno tenutosi a inizio Ottobre presso il Tribunale di Milano che è stato lanciato l’allarme: quotidianamente arrivano negli uffici giudiziari di Milano valanghe di denunce nei confronti dei medici. A sollevare la questione è stata il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, a capo del pool "ambiente, salute e lavoro" e che si è occupata, tra gli altri, dei casi della clinica Santa Rita e di Dj Fabo. “Noi abbiamo avuto fra lesioni e omicidi colposi da colpa medica 300 fascicoli iscritti in un anno nel
2017, in pratica ogni giorno viene intentata una causa penale a carico di un medico”, rivela Siciliano durante un incontro di studi sul tema “responsabilità penale e contabile nelle professioni sanitarie”, aggiungendo poi che “buona parte di queste cause ha motivi strumentali per fare pressioni in vista di una richiesta di risarcimento danni in sede civile” e altre “vengono fatte sull'onda emotiva del dolore". Il magistrato spiega inoltre che queste numerose denunce sono un grande carico di lavoro che grava sulla Procura in modo insostenibile: “non ci possiamo permettere questo carico insensato, la massima parte delle denunce finiscono con un'archiviazione che è più complicata che scrivere un capo d'imputazione. Per arrivarci bisogna comunque fare consulenze che ti fanno entrare in un terreno scivolosissimo, con termini di difficile comprensione e spesso poi, di fronte a una richiesta di archiviazione, c'è l'opposizione delle parti e qui forse qualche responsabilità ce l'ha anche la classe forense. Una causa di questo tipo per noi è una rogna pazzesca”. Dal suo punto di vista, Siciliano inizialmente vedeva queste numerose denunce in modo positivo in quanto frutto di una maggiore consapevolezza del paziente dei propri diritti, per poi successivamente vederle con preoccupazione, quasi a rappresentare “una patologia”. Nonostante nel 2017 sia entrata in vigore la legge Gelli in base alla quale devono essere fissate delle linee guida sulla responsabilità medica, tali linee guida sono tuttora ancora inesistenti: “non ci sono le linee guida, che in base alla legge avrebbero dovuto essere il nostro faro, e non ci saranno per tanto tempo e quindi il nostro strumento restano le buone pratiche, un vasto oceano in cui ognuno può dire la propria” conclude in magistrato.

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