mercoledì 12 aprile 2017

Cancro al seno: un test genetico rileva l’eventuale esigenza della chemioterapia

Un test genetico, il 70-Gene Signature (70-GS), ha indotto gli oncologi a modificare, in circa metà delle pazienti con cancro mammario in fase iniziale con recettori per gli estrogeni (ER) positivi, le indicazioni alla chemioterapia adiuvante. I risultati di uno studio in proposito sono stati pubblicato sul Journal of ClinicalOncology, ad opera di un gruppo di ricercatori olandesi coordinati da Thijs van Dalen del Centro medico universitario di Utrecht.
Il 70-GS individua la presenza di 70 geni ritenuti
responsabili della diffusione metastatica del tumore mammario, attraverso l’analisi di un campione di tessuto neoplastico asportato con intervento chirurgico. I ricercatori spiegano: “Nelle donne senza evidenti metastasi linfonodali, quando il potenziale beneficio della chemioterapia adiuvante è in dubbio, le linee guida olandesi suggeriscono l'uso di profili di espressione genica validati, ma sulla loro efficacia la discussione resta aperta”.
Il test che utilizza il 70-GS permette di suddividere le pazienti in due differenti classi: alto e basso rischio di progressione metastatica a 10 anni in assenza di trattamento.Il gruppo di ricercatori, per valutare l’impatto decisionale del test, ha chiesto agli oncologi di 33 ospedali di dare raccomandazioni dopo il suo utilizzo, su un totale di 660 pazienti: è stato riscontrato che, prima dell’esame, la chemioterapia era stata raccomandata nel 41% dei casi, ma dopo aver effettuato il test il parere degli oncologi è cambiato in circa la metà di essi (51%).
Con questi risultati, il test genetico 70-GS va a costituire uno dei criteri clinici e anatomo-patologici di identificazione per le donne che possono evitare la chemioterapia perché a basso rischio di progressione della metastasi. I ricercatori concludono così: “Il nostro studio dimostra le scarse possibilità dei medici di formulare indicazioni accurate sulla base dei soli fattori prognostici convenzionali, ma prima di implementare definitivamente il 70-GS nella pratica clinica quotidiana servono ricerche future svolte su casistiche più ampie”.

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