lunedì 14 novembre 2016

ASL propongono POS obbligatorio, ma rischio disagio per anziani

L’ASL di Viterbo ha avanzato l’idea, a fine estate di quest’anno, di introdurre il pagamento obbligatorio tramite POS per le prestazioni libero professionali, avviando un percorso con i medici che svolgono attività intramoenia allargata. Il fine ultimo di questa proposta sembrerebbe essere la lotta all’evasione fiscale ma, come hanno fatto notare i sindacati medici, quelli dei sanitari e l'Unione Sindacale di Base guidata da Aurelio Neri, non c’è molto da evadere. “L'evasione nell'attività intramuraria non
è affatto semplice”, spiega Neri. “Il medico specialista visita i pazienti che l'Asl gli manda, dopo che questi hanno pagato per intero al Cup la prestazione, con tariffa in alcuni casi ormai molto vicina al costo del ticket. Per questo motivo il POS come strumento per tracciare tutte le prestazioni appare inadeguato, e lo hanno sottolineato tutti i sindacati. Non solo la libera professione intramuraria svolta in ospedale, ma anche l'intramoenia allargata, che si effettua nello studio del medico dipendente quando mancano spazi interni all'azienda, è disciplinata (dal decreto legge Balduzzi 158/2012 ndr) in modo che le somme per l'attività intramuraria siano riscosse direttamente dall'ente ospedaliero, il quale trattiene una percentuale per far fronte agli oneri di reportistica e gestione e chiede al professionista di collegarsi all'azienda di appartenenza, per conoscerne le transazioni in tempo reale”.
Questa proposta riguardava inoltre i medici che effettuano prestazioni a domicilio, “ma anche qui - dice Neri - si tratta di un'attività di volume trascurabile, e anche questa tracciata: l'azienda sanitaria è tenuta a riscuotere i proventi di questa attività "fuori orario" sempre attraverso il Cup, prima che si realizzi la prestazione. Insomma anche ove vigesse la norma che obbliga il professionista a farsi pagare "elettronicamente", poco risolverebbe nello stanare gli evasori fiscali, e più che altro creerebbe disagi, specie ai pazienti costretti a casa o anziani, senza dimestichezza con questi mezzi di pagamento”. Come spiega anche Neri, il discorso è diverso per la libera professione, per la quale, tra l’altro, l’utilizzo del POS è stato reso obbligatorio dal 30 giugno 2014 nello studio medico (con Dm 24 gennaio 2014); non sono comunque previste sanzioni per chi non ne fosse munito, infatti il disegno di legge che le avrebbe introdotte è attualmente fermo in Senato.
Neri ha inoltre scritto una lettera al direttore generale dell’ASL spiegando i disagi che la normativa creerebbe specialmente nei confronti dei pazienti anziani. Al momento la disposizione è sospesa, anche se non abolita. Dall’ASL stessa fanno quindi sapere che non c’è per ora alcun obbligo di POS e che questa modalità di pagamento, "dettata dalla necessità di controllare quanto avviene sul territorio", è oggetto di discussione con i sindacati.

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