mercoledì 22 giugno 2016

Prevenzione infezioni urinarie con gli integratori al mirtillo, insufficiente però il principio attivo

Secondo alcune recenti ricerche (1), il mirtillo rappresenterebbe un ottimo aiuto nella prevenzione delle infezioni urinarie in quanto contenente proantocianidine, composti della famiglia degli antiossidanti flavonoidi che impediscono ai batteri di aderire alla parete della vescica e quindi di cominciare a crescere. L’assunzione di integratori di mirtillo può quindi prevenire questo tipo di disturbo modificando l’acidità delle urine e svolgendo un effetto antibatterico: la polvere di mirtilli può essere ricavata dal succo o dall’involucro essiccato dopo la spremitura, ma i composti a base di succo sono
più efficaci.
È apparso sull'American Journal of Obstetrics and Gynecology un articolo (2) in cui viene illustrato un test eseguito su sette note marche di pillole al mirtillo per verificarne la quantità di principio attivo. Nel mercato “c’è molta variabilità nella qualità e nell'efficacia degli integratori al mirtillo, il che rende difficile per i consumatori sapere quale scegliere”, esordisce Bilal Chughtai, professore associato di urologia al Weil Cornell Medical College di New York.
I ricercatori spiegano che “per prevenire le infezioni urinarie i composti di mirtilli dovrebbero contenere almeno 36 milligrammi di proantocianidine per grammo di prodotto”, aggiungendo inoltre che quasi nessun integratore testato arrivava a tali concentrazioni o addirittura non le conteneva affatto. Per giungere a queste conclusioni, sono stati eseguiti i test in termini di attività inibitoria sulla crescita batterica, su sette integratori a base di mirtillo venduti come prodotti da banco in farmacia. Più nel dettaglio, solo un integratore conteneva 175 mg/g di proantocianidine ed era dotato di una significativa attività batteriostatica in coltura. Questa è stata trovata anche in un altro prodotto dove però la concentrazione di principio attivo era pari a soli 25 mg/g. I rimanenti integratori invece non arrivavano a 5 mg/g di proantocianidine e non avevano alcun effetto antibatterico. I prodotti in commercio sono numerosi ma purtroppo “dal momento che le aziende produttrici non sono tenute a elencare quali parti del mirtillo sono contenute nei loro integratori, il consumatore non ha modo di fare una scelta informata” conclude Chughtai.

(1) Am J Obstet Gynecol. 2016. doi: 10.1016/j.ajog.2016.03.046
http://www.ajog.org/article/S0002-9378(16)30005-9/abstract
(2) Sanchez-Patan, J Agric Food Chem. 2012; 60: 3396–3408

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