giovedì 10 marzo 2016

Prolasso vaginale

Reti sintetiche, più efficaci nella riparazione del prolasso vaginale

37 studi controllati randomizzati relativi a test di riparazioni di prolasso con le reti, ed effettuati su un totale di 4023 donne, hanno mostrato l’efficienza delle sintetiche rispetto a quelle naturali. Nella riparazione del prolasso vaginale infatti, le prime risultano essere di poco più efficaci rispetto all’utilizzo del tessuto naturale.

A partire da una revisione degli studi effettuata da ricercatori australiani riportata in Cochrane Library, è emersa la maggiore efficacia delle reti sintetiche nella riparazione del prolasso vaginale rispetto alle reti con
tessuti naturali. Nel dettaglio, l’autore della revisione Christopher Maher del Royal Brisbane Women's Hospital in Australia ha asserito che “circa una su 20 donne nelle quali il prolasso è stato fissato con il tessuto naturale ha subito un secondo intervento, rispetto a circa una donna su 10 che aveva avuto la correzione del prolasso con la rete artificiale”. Si è scoperto infatti che entro i tre anni, nelle donne che hanno subito un’operazione chirurgica di riparazione del prolasso vaginale mediante reti sintetiche, si è riscontrata una minor probabilità di ricadute. È emersa però anche una maggiore probabilità di incontinenza e di reti esposte o introdotte per un altro intervento chirurgico.
Il prolasso vaginale può manifestarsi in alcune donne dopo il parto, in particolare tra il 40 e il 60% delle donne ogni anno può manifestare questa patologia.
La revisione ha coinvolto 37 studi controllati e randomizzati, effettuati su un numero di 4023 donne, concernenti riparazioni di prolasso vaginale mediante reti. Per mezzo delle reti è stata riscontrata, nell’insieme, una recidiva del prolasso minore del 60% dei casi. I ricercatori affermano infatti che se il 38% delle donne ha avuto una ricaduta dopo la riparazione con tessuti naturali, una percentuale ben minore la avrebbe riscontrata dopo la riparazione con le reti artificiali, tra l’11 e il 20%. Di contro le donne che subivano una riparazione mediante reti artificiali riscontravano maggiori possibilità di incontinenza, reti aperte e lesioni alla vescica oltre che una maggiore probabilità di doversi sottoporre ad una seconda operazione chirurgica. Secondo Maher è molto importante sia informare le donne riguardo le possibilità di intervento e le relative possibili conseguenze, sia che i medici “dovrebbero attendere i dati comparativi sulle innovazioni introdotte in questi tipi d’intervento per assicurarsi che siano stati pienamente valutati prima dell'introduzione nei vari percorsi di trattamento". Egli sottolinea inoltre l’importanza nella scelta dell’operazione da parte delle donne affette da questa patologia, scelta che andrebbe fatta in base anche alle proprie condizioni individuali. Un altro ricercatore, John Gebhart urologo e ginecologo della Mayo Clinic di Rochester, Minnesota afferma che nei prossimi due anni saranno completati gli studi ordinati dalla FDA e conseguentemente saranno disponibili un numero maggiore di dati riguardati le reti sintetiche.

Fonte: Cochrane Library 2016

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