lunedì 23 novembre 2015

L’ovodonazione non è più una rarità

L'ovodonazione è usata da una mamma su cinque

L’ovodonazione è la tecnica dove gli ovuli, donati da un’altra donna, sono fecondati con il seme del proprio partner.
È una pratica che viene attivata successivamente allo svolgimento di approfonditi esami sulla paziente e solo nei casi in cui non esiste una soluzione alternativa. Viene identificata come soluzione ultima, ma non per questo rara.
Si ricorre all’ovodonazione quando sussistono malattie, problemi di infertilità e persino
quando la procreazione assistita non ha avuto un riscontro positivo. Come si può osservare, le cause sono molte e differenti tra loro e a volte persino le soluzioni, ma in mancanza di un loro riscontro positivo, il ricorso all’ovodonazione sta diventando una pratica sempre più usata. Una paziente su cinque con problemi di infertilità fa ricorso a questa tecnica con lo scopo di coronare il loro sogno di diventare mamma.
La scelta delle donatrici, per l’implementazione della tecnica, rappresenta un punto critico, infatti le donatrici sono sottoposte anch’esse a esami approfonditi e vengono scelte solo donne giovani. La media dell’età delle donatrici è di venticinque anni.
Attraverso gli esami occorre verificare che nella donatrice siano assenti sindromi ereditarie e malattie infettive e genetiche. È compito del medico individuare la donatrice giusta per ogni singolo caso, tenendo conto che deve esserci un riscontro del gruppo sanguigno e corrispondenza fisica tra la donatrice e la futura mamma.
L’implementazione della tecnica sussiste in tre fondamentali passaggi: si prelevano gli ovuli della donatrice, si procede con la fecondazione con il seme del partner e si trasferiscono gli embrioni ottenuti nell’utero della paziente.
Questa pratica è consigliata in situazioni di esaurimento della funzione ovarica, di menopausa precoce fisiologica o chirurgica (indotta dall’asportazione parziale o totale delle ovaie per gravi patologie), nei casi di fallimenti ripetuti con le tecniche di procreazione assistita e nelle donne affette da endometriosi avanzata.
Considerando le fecondazioni omologhe, i tassi di successo di questa pratica sono più elevati, soprattutto se la donatrice è giovane.

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