giovedì 18 dicembre 2014

Incontinenza urinaria: ruolo della menopausa


Introduzione 
La prevalenza dell’incontinenza urinaria femminile aumenta con l’età, raggiungendo un picco negli anni della menopausa (Trutnovsky 2014). Tuttavia i dati di letteratura più recenti hanno evidenziato che la menopausa non esercita un effetto determinante e indipendente su segni e sintomi di incontinenza urinaria, sia da urgenza che da sforzo (Legendre 2013, Trutnovsky 2014). La reale prevalenza del disturbo è difficile da stabilire (8 -30%), a causa delle diverse definizioni negli studi, ma anche perché molte donne tendono a nascondere la loro condizione piuttosto che riportarla al medico, sia per l’imbarazzo, sia per la convinzione che non ci siano rimedi.


Si tratta di un disturbo con impatto notevole sulla qualità di vita sociale, relazionale e sessuale, con importanti risvolti igenico-sanitari (Pakgohar 2014). E’ un fenomeno complesso, che riconosce una patogenesi multifattoriale. Tra i principali fattori di rischio vi sono l’età (si stima una prevalenza del 25% dopo i 65 anni), il sovrappeso, le gravidanze (il 50% delle puerpere soffre di UI, pur essendo in alcuni casi un fatto transitorio), le infezioni ricorrenti delle vie urinarie, alcune malattie croniche (diabete, sclerosi multipla), le condizioni di importante deterioramento cognitivo, la carenza estrogenica dopo la menopausa (Legendre 2014, Maserejian 2014). La correlazione tra incontinenza urinaria e menopausa è oggetto di un vivace dibattito scientifico da diversi anni. Non è facile infatti distinguere il ruolo della carenza estrogenica da quello dell’invecchiamento fisiologico tissutale nella patogenesi di questo disturbo (Legendre 2013).
La comune origine embriologica delle basse vie urinarie e dell’apparato genitale femminile dal tubercolo urogenitale, e la dimostrata presenza di recettori per estrogeni e progesterone a livello vescico-uretrale, vaginale e del complesso muscolo-legamentoso del pavimento pelvico, rendono ragione dell’elevata sensibilità di tali strutture agli ormoni sessuali femminili (Legendre 2013, Robinson 2014). Sulla base di queste evidenze, e nell’ipotesi di un ruolo della carenza estrogenica post-menopausale nell’incontinenza urinaria, è stata valutata in passato l’efficacia dell’HRT in alcuni importanti studi randomizzati e meta-analitici (Grady 2001, Haeusler 2002, Hendrix 2005), tuttavia i risultati non sono stati conclusivi.



Ruolo della menopausa nell’incontinenza urinaria: nuove evidenze
Studi recenti hanno disconfermato una correlazione esclusiva tra menopausa e peggioramento o nuova insorgenza dell’incontinenza urinaria, evidenziando come conseguenza l’inefficacia dell’HRT sistemica, in particolare nella forma da sforzo (Legendre 2013).
Nel forme di incontinenza da urgenza o miste, che sono prevalenti dopo la menopausa, spesso associate alla vescica iperattiva, sono efficaci gli estrogeni per via locale, che riducono le infezioni urinarie e migliorano il trofismo della mucosa vaginale, riducendo sintomi come pollachiuria, bruciore, dispareunia (Dessole 2004, Legendre 2013, Trutnovsky 2014).
Implicazioni terapeutiche 
Il ridimensionamento del ruolo della menopausa nella patogenesi e nel peggioramento dell’incontinenza urinaria femminile ha importanti implicazioni terapeutiche. E’ importante raccogliere sempre un’accurata anamnesi per valutare il rapporto rischio/beneficio personale in caso di assunzione di HRT, nonché le credenze e la propensione delle pazienti nei confronti della terapia sostitutiva, in quanto sono fattori che condizionano l’aderenza e l’outcome clinico. L’informazione deve essere il più possibile corretta e completa, ma al tempo stesso rassicurante.
Alcuni autori hanno evidenziato l’efficacia degli estrogeni somministrati per via locale sui sintomi da vescica iperattiva (Legendre 2013, Trutnovsky 2014). Questo tipo di trattamento è molto ben accettato dalle donne e non è gravato dai rischi dell’HRT sistemica.
Nella prevenzione e nel trattamento conservativo di questa condizione è utile anche la riabilitazione del pavimento pelvico, tuttavia non è facile ottenere l’aderenza nel lungo termine (Newman 2013).



Considerazioni conclusive 
L’incontinenza urinaria femminile è un problema di grande rilevanza sociale oltre che igienico-sanitario. Molte donne sono restie nel riferire questo disturbo e non sanno che la prevenzione e il trattamento sono possibili.
La patogenesi del disturbo è complessa e multifattoriale e i dati recenti non hanno confermato un ruolo esclusivo della menopausa. Attualmente non vi sono dati evidence-based che confermino l’efficacia dell’HRT sistemica in tutte le donne che lamentano questo disturbo; vi sono invece dati a favore dell’uso di estrogeni locali, che possono migliorare i sintomi da vescica iperattiva contribuendo a ristabilire il “comfort pelvico.”
Fonti 



1.     Dessole S, et al. (2004). Efficacy of low-dose intravaginal estriol on urogenital aging in postmenopausal women. Menopause; 11(1): 49-56.
2.     Grady D. et al. (2001). Postmenopausal hormones and incontinence: the Heart and Estrogen/Progestin Replacement Study. HERS Research Group. Obstet Gynecol; 97(1):16-20.
3.     Legendre G, Ringa V, Fauconnier A, Fritel X., et al. (2013) Menopause, hormone treatment and urinary incontinence at midlife. Maturitas; 74(1):26– 30.
4.     Haeusler G et al. (2002) Drug therapy of urinary urge incontinence: a systematic review. Obstet Gynecol; 100:1003-16.
5.     Hendrix SL et al. (2005). Effects of estrogens with and without progestin on urinary incontinence. JAMA; 293(8):935-48.
7.     Maserejian NN et al. (2014) Reproductive history and progression of lower urinary tract symptoms in women: results from a population-based cohort study. Urology;  83(4):788-94.
9.     Robinson D, et al. (2013) The effect of hormones on the lower urinary tract. Menopause Int.; 19(4):155-62.
10.   Trutnovsky G et al. 2014. Urinary incontinence: the role of menopause. Menopause; 21(4):399-402.

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