mercoledì 4 aprile 2012

Il profilattico che morde e protegge dagli stupri

Ad inventarlo un medico del Sudafrica. Addenta il pene del violentatore e causa dolori insopportabili. Per toglierlo è necessario l’intervento del chirurgo.


Dal Sudafrica, terra dove le violenze carnali sono all’ordine del giorno, arriva la notizia di una invenzione davvero originale. Per combattere gli abusi sessuali, Sonnet Ehlers, una dottoressa sudafricana impegnata da decenni ad aiutare le donne vittime di violenza carnale, ha ideato un preservativo antistupro. Si chiama Rape-aXe e, una volta messo in commercio, costerà appena due dollari. Si tratta di una membrana di plastica dura da inserire direttamente nella vagina. A vederlo è simile ad un normale condom. La differenza però c’è ed è nella parte esterna dove sono presenti diverse protuberanze a forma di denti pronte ad entrare in azione. In caso di penetrazione, infatti, si chiudono e addentano il pene del violentatore. Un dolore insopportabile, assicura l’ideatrice di questa morsa temibile, che costringe l’aggressore a
desistere dai suoi propositi e a ricorrere, con urgenza, alle cure di un medico. Per liberarsi dagli spuntoni aggressivi del preservativo antistupro è necessario infatti l’intervento di un chirurgo. I benefici sono facilmente intuibili. Per la donna la violenza è fortunatamente limitata alla sua fase iniziale mentre lo stupratore, costretto dal dolore a rivolgersi ad una struttura sanitaria, potrà essere subito identificato. In teoria un grande aiuto per le donne. In teoria perché, come sempre, la pratica potrebbe essere molto diversa. La reazione del violentatore non è per nulla prevedibile. Dall’aggressione sessuale si potrebbe passare a quella fisica con conseguenze anche mortali per la vittima. Va poi detto che, spesso, le aggressioni sono opera di più persone mentre il preservativo antistupro ne può neutralizzare una soltanto. In attesa di vedere quali saranno gli effetti pratici, proprio durante i mondiali di calcio, l’azienda produttrice ha distribuito, gratuitamente alle donne sudafricane, 30.000 condom antistupro. Un campione significativo che certamente darà i primi risultati sull’efficacia del prodotto. Il Sudafrica, che vanta il non invidiabile primato di essere lo Stato con il più alto tasso di stupri al mondo, è certamente il luogo più indicato per questa sperimentazione. In una ricerca del 2009, condotta da Human Rights Wacht, il 28% degli intervistati ha dichiarato di aver stuprato, almeno una volta nella vita, una donna. Il 5% ha poi dichiarato di averlo fatto durante l’anno. Percentuali da brivido. Per questo, con più mezzi, si cerca di contrastare questo fenomeno vergognoso. Anche se la battaglia da combattere, come sempre, è quella culturale. Solo il cambio di mentalità può infatti garantire alle donne, in Sudafrica come altrove, quella sicurezza che oggi non hanno.

Di Federica Cipriani

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