mercoledì 2 maggio 2018

Medici a rischio contenzioso: ginecologi tra i più denunciati

Ad un anno dall’entrata in vigore della Legge Gelli sulla responsabilità medico-sanitaria, AmTrust Europe presenta le statistiche relative alle professioni mediche che risulterebbero quelle più a rischio contenzioso. Secondo i dati, i medici spesso a più alto rischio sono quelli in prima linea per diagnosi e terapie e, nel dettaglio, le specializzazioni maggiormente soggette a denunce per prestazioni diagnostiche sono l’oncologia (19%), l’ortopedia (16,4%), la ginecologia e l’ostetricia (12,4%); per quanto riguarda invece le terapie spicca ancora l’ortopedia (20,3%), la chirurgia generale (13,4%) la ginecologia e l’ostetricia (12,1%).
La recente legge prevede l’obbligo di assicurazione per medici ed aziende sanitarie e, a tal proposito, le statistiche hanno delineato l’identikit del medico “prudente”: i camici bianchi che più spesso
hanno stipulato un’assicurazione sanitaria sono uomini (57%), del Nord d’Italia (43,4%), di età compresa tra i 50 e i 59 anni.
Si è in attesa dei restanti decreti attuativi in materia assicurativa che andranno a chiudere il cerchio della Legge Gelli ma nel frattempo, a regolare la responsabilità professionale in ambito sanitario, si conferma elemento chiave la formazione: “L’ambito assicurativo è centrale – commenta Consulcesi, network legale da sempre al fianco dei medici – soprattutto per le specializzazioni mediche più a rischio contenzioso, ma la prevenzione dell’errore in Sanità passa senza dubbio per la formazione in materia di risk management: l’impennata nella fruizione di corsi in questo ambito, da parte di medici e strutture sanitarie, ne è la dimostrazione lampante”.
“La formazione riveste un ruolo centrale nel dettato normativo della legge 24/2017 (cosiddetta Legge Gelli)” sottolinea Paola Frati, professore ordinario di Medicina legale presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza. “È lo stesso articolo 3 – spiega la professoressa Frati - a prevedere l’individuazione di idonee misure per la prevenzione e la gestione dell’errore sanitario e il monitoraggio delle buone pratiche per la sicurezza delle cure, nonché per la formazione e l'aggiornamento del personale esercente le professioni sanitarie. Legare il momento fondamentale della prevenzione dell’errore sanitario – conclude - con quello di una adeguata e continua formazione dell’esercente la professione sanitaria è uno snodo centrale della nuova legge”.

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