giovedì 15 novembre 2012

Rischio aborto con le malattie reumatiche

I problemi delle malattie reumatiche nelle donne incinte

Il 4% delle donne incinta ha malattie reumatiche autoimmuni non diagnosticate: una ricerca del Policlinico San Matteo di Pavia ha scoperto però, dopo uno studio iniziato nel 2005 e che ha coinvolto 2500 donne, che è possibile individuare e curare prima o durante la gravidanza queste malattie, che possono mettere a rischio la madre e il bambino fino a provocare aborti spontanei, morti fetali e nascite premature, oltre a complicazioni anche molto gravi.
La ricerca, pubblicata sulla rivista “Annals Of Rheumatic Diseases”, ha confermato la presenza di queste malattie non diagnosticate nel 4% delle donne seguite e ha permesso di inserire le future mamme nel programma di gravidanza a rischio.
Le pazienti sono state
monitorate durante i nove mesi e trattate con le necessarie terapie. “Finora i sintomi di alcune malattie reumatiche – spiega Carlo Maurizio Montecucco, direttore di Reumatologia – erano talmente lievi che le patologie non venivano individuate per tempo. Ora, grazie a questo studio, è invece possibile prevederle e trattarle per evitare o minimizzare le complicazioni”. Al San Matteo è stato messo a punto un protocollo per seguire in modo adeguato le gravidanze di queste donne. “Il 4% delle donne in gravidanza ha una malattia autoimmune – aggiunge Arsenio Spinillo, direttore di Ginecologia – che purtroppo non sa di avere e che può avere conseguenze devastanti per la gravidanza. Alle donne è stato chiesto di compilare un questionario con una decina di domande al momento della prima ecografia, per selezionare proprio quelle colpite dalla malattia reumatica senza saperlo”. Ciò ha permesso di metterle sotto stretta sorveglianza e curarle per minimizzare rischi che, per il bambino, possono essere anche mortali. A quasi sette anni dall’inizio dello studio, il numero di donne coinvolte e’ salito a 3.940: di queste 165 sono risultate malate, e 153 sono riuscite a portare a termine la gravidanza avendo iniziato le terapie durante la gestazione.

La versione originale di questo articolo è disponibile su sic

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