Secondo uno studio recentemente pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute,
per le donne affette da malattie croniche, come diabete o patologie
cardiovascolari, che abbiano un età uguale o superiore a 75 anni, potrebbe
essere inutile effettuare regolari mammografie.
Lo studio, condotto su oltre 220.000 donne, ha
rivelato una maggiore probabilità, per il gruppo di donne sopracitate, di
morire a causa di altre tipologie prima di sviluppare il tumore mammario. “I
nostri risultati hanno fatto luce su quale età possa essere il momento in cui
fermarsi per la mammografia, e non supportano il proseguimento dello screening
oltre i 75 anni di età negli Stati Uniti, dove invece spesso si sottopongono
all'esame donne di 80 e anche 90 anni” spiega Dejana Braithwaite, del
Georgetown Lombardi Comprehensive Cancer Center, prima autrice dello studio.
In particolare, i ricercatori hanno analizzato
l’incidenza del cancro al seno oltre che la morte per la medesima patologia e
per altre cause, utilizzando i dati di Medicare e del Breast Cancer
Surveillance Consortium, che coprivano un periodo di 10 anni e riguardavano 222.088
donne che si erano sottoposte a una o più mammografie tra i 66 e i 94 anni. Nel
corso dei 10 anni: 7.583 donne hanno ricevuto diagnosi di carcinoma mammario
invasivo e 1.742 di carcinoma duttale in situ; 471 donne sono morte per cancro
al seno e 42.229 per altre cause, facendo emergere una differenza notevole.
Inoltre si è osservato che le donne con età compresa tra 75 e 84 anni avevano 123
volte più probabilità di morire per cause diverse rispetto al cancro al seno,
probabilità ancora maggiore per le donne sopra gli 85 anni di età.
“La Preventive Services Task Force degli Stati Uniti
osserva che non ci sono prove sufficienti per dichiararsi a favore o contro lo
screening in donne di età pari o superiore a 75 anni, ma molti programmi per la
prevenzione del cancro al seno in Europa interrompono lo screening delle donne
di età compresa tra 69 e 74 anni. La nostra ricerca sottolinea la necessità di
ripensare lo screening nelle donne anziane. Speriamo che la nostra analisi
contribuisca allo sviluppo di strumenti efficaci da utilizzare insieme alle
pazienti per decidere singolarmente la strategia di screening” concludono gli
autori.
JNCI 2019. Doi: 10.1093/jnci/djz172
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