farmaci biologici che oltre a tenere sotto controllo la malattia, sono anche innocui per il feto. Un esempio è il certolizumab pegol, un anticorpo monoclonale che non presenta il frammento cristallizzabile (Fc) che quindi non può essere trasportato attraverso la membrana placentare, contrariamente ad altri farmaci anti-TNFα.
Angela Tincani, dell'Università degli Studi di
Brescia, spiega: “È importante condividere con il proprio medico l'intenzione
di pianificare una gravidanza sin dall'inizio del percorso di cura per
permettere allo specialista di creare le condizioni migliori per la
procreazione, scegliendo le terapie più appropriate”. Tra questi per esempio
c’è ava®, il primo e unico dispositivo a iniezione elettronica riutilizzabile
sviluppato in collaborazione con i pazienti, il quale rende più semplice
l'auto-somministrazione del farmaco e migliora il controllo dell'aderenza alla
terapia da parte dello specialista.
Anche l’informazione e la sensibilizzazione
rappresentano un tassello importante per far sì che le donne in gravidanza
possano gestire quotidianamente la malattia e vivere più serenamente la propria
maternità: ad esempio ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici Onlus) e
APMAR (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare) hanno
promosso la campagna social #anchiomamma, e lo scorso 10 maggio Onda
(Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere) ha promosso la
seconda edizione dell'(H)-Open Day dedicato alle malattie reumatiche.
Dal momento che le malattie reumatiche croniche sono
ancora oggi poco conosciute dalla popolazione, nonostante il grande numero di
persone affette, iniziative come queste risultano ancora più importanti. “È per
questo che bisogna continuare a lavorare insieme per gettare luce sulle
conseguenze personali, familiari, sociali e professionali che queste malattie
inevitabilmente portano con sé” commenta Silvia Tonolo, Presidente dell'ANMAR.
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