il
rischio di asma nel bambino. Lo studio randomizzato ha inizialmente previsto un
follow-up a breve termine, quando i bambini avevano 3 anni, ma a causa dell’età
molto piccola dei bambini è stato difficile porre una diagnosi di asma e quindi
escludere un eventuale effetto protettivo clinicamente importante; per tale
ragione è seguito un follow-up a lungo termine, fino all’età dei bambini di 6
anni.
“Abbiamo portato
avanti uno studio controllato randomizzato in doppio cieco all'interno della
coorte danese COPSAC2010, nel quale abbiamo provato a somministrare quantità
maggiori di sette volte di integratori di vitamina D rispetto alla dose
standard a partire dalla ventiquattresima settimana di gravidanza, con lo scopo
di verificare se vi fosse una riduzione del rischio di asma della prole”,
spiega Nicklas Brustad, dello Herlev and Gentofte University Hospital di
Copenhagen, Danimarca, primo autore dello studio. Più di 600 donne sono state
quindi randomizzate a ricevere dalla ventiquattresima settimana di gestazione
2.400 UI di vitamina D o placebo ogni giorno, oltre all'assunzione quotidiana
raccomandata di 400 UI di vitamina D.
All’età di 6
anni sono poi stati valutati 550 bambini e i risultati non hanno mostrato
alcuna differenza significativa nella percentuale di diagnosi di asma tra i
gruppi trattati con vitamina D ad alto dosaggio (8%) e placebo (7%), e nemmeno
nel tasso di bambini con respiro sibilante persistente. In aggiunta non si sono
riscontrate neanche differenze per altri esiti come la funzione polmonare e la
reattività bronchiale.
JAMA. 2019. doi:
10.1001/jama.2019.0052
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