“Nel 1988 la probabilità di aver ricevuto un esame pelvico era maggiore tra le donne di età compresa tra i 15 e i 44 anni rispetto alle donne in qualsiasi successivo periodo di indagine”, spiega Gladys Martinez, del National Center for Health Statistics (NCHS) parte del Centers for Disease Control and Prevention. Questo calo è probabilmente dovuto alla messa in discussione, negli ultimi anni, del valore degli esami pelvici eseguiti come parte di un esame fisico. Ad esempio nel 2012 l'American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) consigliava l’esecuzione di un esame pelvico all’anno per tutte le donne dai 21 anni di età; successivamente però, nel 2018, veniva raccomandato l’esame solo se giustificato dai sintomi oppure dalla storia clinica della paziente.
Pubblicati in un data brief del NCHS a giugno di
quest’anno, l’analisi ha dato i seguenti risultati: nel periodo 1988-2017 la
percentuale di donne che ha eseguito esami pelvici negli ultimi 12 mesi è
diminuita del 65% per la fascia di età compresa tra i 15 e i 20 anni, del 57%
tra i 21 e i 29 anni e del 6% tra i 30 e i 44 anni. Il 1988 invece è stato
proprio l’anno che ha dato il valore in assoluto più alto di donne che ha
ricevuto un esame pelvico (65%) tra i 15 ei 44 anni. Il rapporto ha evidenziato
che la diminuzione è stata riscontrata nelle fasce di età 15-20 e 21-29, mentre
per la fascia d’età 30-44 non ha mostrato cambiamenti statisticamente
significativi nel tempo.
Per quanto riguarda le pazienti sottoposte
all’indagine, risulta che sono di pelle nera (59,5%) le donne che più di tutte
sono state sottoposte ad esame pelvico, seguite da quelle bianche (53,8%) e
infine dalle ispaniche (45,4%). Inoltre, la probabilità di sottoporsi all'esame
aumenta all'aumentare del livello di istruzione, del reddito e nel caso di
assicurazione sanitaria privata o pubblica.
“Questi risultati potrebbero fornire uno standard di riferimento
per le stime della prevalenza degli esami pelvici prima delle linee guida
dell'ACOG aggiornate del 2018” conclude Martinez.
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