venerdì 30 marzo 2012

I giovani e le loro conoscenze sessuali

Una ricerca de La Sapienza di Roma fa emergere un quadro poco rassicurante sulle conoscenze sessuali dei ventenni italiani.


Che in Italia si spenda poco, e a volte anche male, per ricerca e cultura è un fatto noto. Che la mancanza di questi investimenti producesse risultati tanto disastrosi forse non lo immaginavano nemmeno i ricercatori dello studio “Giovani uomini e l’amore” realizzato dall’università La Sapienza di Roma che hanno distribuito 10.124 questionari e realizzato 3.310 visite mediche. Un campione decisamente significativo. I ragazzi, di età compresa tra i 18 e i 22 anni, provenienti da
sei regioni del centro-sud (Lazio, Veneto, Campania, Toscana, Marche, Puglia) hanno mostrato un quadro sconcertante delle loro conoscenze in campo sessuale.

Ma quali sono le lacune mostrate dai nostri ragazzi?
Ciò che è emerso è che i giovani, per ignoranza, sottovalutano il problema della sicurezza e quello della prevenzione. Perciò non vengono valutati con la dovuta considerazione i pericoli che possono poi determinare disturbi, infezioni e patologie a carico dell’apparato genitale. Il 57% del campione sottoposto a visite mediche ha evidenziato patologie o infiammazioni genitali o riproduttive. Nel 41,8 % dei casi è addirittura a rischio il potenziale riproduttivo. Le cose non vanno meglio per quanto riguarda i metodi contraccettivi: il 61,4% dei ragazzi non ne usa infatti alcuno, mentre il 23,9% si affida alla pillola anticoncezionale e quindi alla scelta delle proprie partner. Se la preoccupazione per le gravidanze indesiderate è scarsa quella per la prevenzione dalle malattie è ancora peggiore visto che il 42,3% dei ragazzi ha dichiarato di avere rapporti non protetti.

Ma a quale età cominciano, gli adolescenti, ad avere rapporti sessuali?
Il 43% degli interpellati dichiara di non aver avuto rapporti sessuali mentre il rimenante 57% ha avuto almeno una partner. L’età media del primo rapporto sessuale è quella di 16 anni.

“In generale, i giovani non sono informati ma pensano di esserlo. Hanno forti pregiudizi legati soprattutto alla mancanza di conoscenze e ricevono poche informazioni e in modo passivo”, spiega Andrea Lenzi, direttore del Dipartimento di fisiopatologia medica dell’Università romana. “La sessualità – ha spiegato Lenzi - viene vissuta come un mordi e fuggi e i disordini non vengono sentiti come problemi. I dati non sono certo rassicuranti, ma non stupiscono se si considera che di sesso non si parla, o meglio non se ne parla con chi ne sa: quasi sette volte su dieci se ne discute con gli amici e nel 45% dei casi qualcosa si scopre dalla tv”. E i risultati, purtroppo, sono davvero preoccupanti come è emerso dai questionari e dalle risposte che i ragazzi hanno dato alle domande specifiche dei ricercatori. “Qual è la misura normale del pene?”, “Esiste ancora l’Aids?”, “L’alcol e la droga possono aiutarmi nei rapporti sessuali?”. E ancora: “L’omosessualità dipende da traumi subiti durante l’infanzia oppure è una malattia?”, “Se metto il preservativo a rapporto già iniziato posso stare tranquillo che la mia ragazza non rimanga incinta?”.

La ricerca oltre alla sfera sessuale si è occupata anche di altri aspetti dell’adolescenza. Tra questi, quello della droga, è ancora uno di quelli dove è necessario tenere alta la guardia. Il 46,5%, ha ammesso di aver provato, almeno una volta, delle sostanze stupefacenti. Tra queste la più diffusa è la marijuana con il 44,6%, segue il popper con il 13,5%, la cocaina con l’8,3% gli allucinogeni con il 4,9%, l’ecstasy con il 3,9%, LSD e acidi con il 3,4%, le anfetamine con il 2,9% e l’eroina con lo 0,9%. Droghe che vengono “provate”, per la prima volta, tra i sedici ed i diciassette anni. Capitolo a parte quello delle sigarette. Quasi uno su due ammette di aver fumato almeno una volta. Per il 34,8%, poi, l’esperienza ha avuto una continuità fino a diventare un’abitudine. Il 75,3% lo fa quotidianamente, con una media settimanale di 40 sigarette. La prima sigaretta viene accesa a 13 anni per il 23,6%, a 14 anni per il 45,7% e a 15 per il 67,9%.
Tra gli stili di vita emerge il desiderio di appartenenza al proprio gruppo e la cura del proprio peso corporeo. Per molti un interesse che diventa spesso una ossessione.

Di Paolo Ribolzi

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