mercoledì 30 novembre 2011

Operation Smile

Intervista a Santo Versace, Presidente di Operation Smile Italia. L’associazione Onlus che cura gratuitamente i bambini con malformazioni al viso.


Operazione sorriso. Due parole per spiegare un mondo per raccontare una storia: quella di Operation Smile, l’associazione che si occupa dei bambini con malformazioni al volto, come il labbro leporino e la palatoschisi. Nata nel 1982 è attiva in 51 Paesi. Una rete estesa che può contare su 4000 volontari tra medici, infermieri e altri operatori sanitari. I risultati si vedono e sono li a dimostrare l’impegno e la validità del progetto. Ogni anno, 20.000 bambini, tornano a sorridere grazie a Operation Smile. Cure prestate gratuitamente a chi, diversamente, sarebbe costretto a convivere con queste terribili patologie. Oltre alle terapie l’organizzazione si occupa anche di favorire la nascita o lo sviluppo di altre infrastrutture mediche locali. Notevole anche l’impegno nel campo della formazione e nella distribuzione di farmaci e attrezzature mediche. In Italia è arrivata dieci anni fa.

Come è nata Operation Smile?
La Fondazione Operation Smile Italia è nata nel 2000. Da dieci anni con i suoi volontari medici, infermieri e operatori sanitari, realizza missioni umanitarie in 51 Paesi del Mondo, per correggere gratuitamente con interventi di chirurgia plastica ricostruttiva gravi malformazioni facciali come il labbro leporino e la palatoschisi ed
esiti di ustioni e traumi. La Fondazione madre, Operation Smile International, è stata costituita negli Stati Uniti, a Norfolk in Virginia, nel 1982, dove tuttora opera coordinando gli interventi umanitari in tutto il mondo: Operation Smile infatti riesce oggi a trattare un terzo della patologia mondiale.

Perché tra le tante persone che hanno bisogno di aiuto ha deciso di occuparsi dei bambini con delle malformazioni al volto?
Non conoscevo Operation Smile, ma quando l’ho conosciuta mi sono innamorato di questo progetto, ridare la vita, per la seconda volta, ai bambini nati con queste malformazioni, questo è quello che fanno i volontari di Operation Smile. Questi bambini in 45 minuti di intervento ritrovano un volto ed un’esistenza normale e la loro vita viene cambiata per sempre. Io ho sentito il dovere di impegnarmi per portare avanti questo progetto e per farne partecipi quante più persone è possibile.

La rete di volontari è notevole. Come siete riusciti a coinvolgere così tante persone?
Operation Smile è una delle più grandi organizzazioni di volontariato medico al mondo. Dal 1982 ad oggi, sono oltre 4.000 i volontari che hanno operato gratuitamente nel mondo più di 140.000 bambini. Il coinvolgimento di un così alto numero di professionisti è reso possibile da più fattori. Per cominciare, l’OMS considera Operation Smile l’organizzazione di riferimento per il trattamento delle patologie legate alle malformazioni facciali nel mondo; i nostri volontari infatti sono i migliori fra gli specialisti che si possano incontrare e loro stessi sono stati e sono sempre il “mezzo” migliore per reclutare altri volontari. La passione e la certezza del risultato, sono sicuramente le leve che spingono sempre più medici, infermieri ed altri operatori sanitari ad avvicinarsi all’Organizzazione. La qualità dei nostri volontari è straordinaria, per me sono dei missionari, hanno dentro di loro valori profondi, passione, etica e una grandissima professionalità ed esperienza, che li spinge il più delle volte a rinunciare alle ferie e spesso al proprio guadagno, per partire ed operare nei paesi più poveri e disagiati del mondo, dove i bambini aspettano fiduciosi il loro arrivo. Un ruolo importante lo svolge sicuramente il messaggio della Fondazione, semplice e immediato: “è sufficiente un intervento di soli 45 minuti per cambiare definitivamente la vita di una persona”.

Chi può collaborare con Operation Smile?
La Fondazione si avvale della collaborazione di medici, infermieri ed operatori sanitari, tutti volontari. Le specializzazioni richieste sono chirurgia plastica ricostruttiva, chirurgia maxillo-facciale, odontoiatria, pediatria, ortodonzia, anestesia, infermieristica e logopedia. Ad ognuno dei nostri volontari viene richiesta una buona conoscenza della lingua inglese, di svolgere più di una di queste attività, e di integrare la propria professionalità con quella degli altri componenti del gruppo di cui fa parte. Ovviamente può collaborare con la Fondazione chiunque possa e voglia reperire fondi per sostenere i nostri programmi medici, anzi molte volte nei nostri donatori troviamo dei grandissimi collaboratori e divulgatori della nostra “mission”.

Chi volesse collaborare cosa deve fare?
I medici e gli operatori sanitari interessati che abbiano le qualifiche che ho appena citato, possono inviare il proprio curriculum vitae alla Dottoressa Maila Gatti m.gatti@operationsmile.it assistente del Collegio dei Consiglieri Scientifici.

Per un’Organizzazione così estesa il volontariato non basta. Dove trovate le risorse finanziarie?
L’aiuto di chiunque può fare la differenza, ogni singolo euro donato può infatti cambiare la vita di una persona, di un bambino che soffre. Grazie al personale medico che collabora con Operation Smile a titolo completamente gratuito, e alle aziende che donano farmaci ed attrezzature mediche, bastano solo 170 euro per regalare un sorriso ad un bambino, e cambiargli la vita per sempre. Il nostro staff che si occupa del “fund raising” è ben strutturato e si occupa di raccogliere fondi tutto l’anno: dall’organizzazione di eventi di beneficenza, alla promozione di donazioni da parte di privati ed aziende, fino alle compagne di sms solidali; diverse sono inoltre le partnership che abbiamo consolidato quest’anno, con il CSI, con Round Table Nazionale, con il Comitato Organizzatore dei mondiali di pallavolo del 2010. La nostra Organizzazione è sostenuta per l’80 % circa da donazioni di privati cittadini, la gente quando ci conosce ci ama e ci aiuta.

Il nostro tempo è considerato cinico, legato ai valori del liberismo e dell’utilitarismo. Che senso ha riscoprire “la cultura del dono”.
Non è vero che nelle persone manca l’etica e tutti hanno il valore del dono dentro, si tratta di stimolarlo nella maniera giusta, di essere credibili in questo e di capire che nella vita è un dovere di tutti aiutare gli altri e soprattutto chi soffre.

All’ingresso del Vittoriale Gabriele D’Annunzio ha fatto scolpire la frase “io ho ciò che ho donato”. Si ritrova in queste parole del Vate?
Assolutamente si, mio padre amava ripetermi spesso che nella vita bisogna sempre aiutare gli altri, “se non lo fai – mi diceva – la tua vita non ha valore e non ha senso”.


Di vitaincoppia

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